È capitato a tutti, almeno una volta. Entri in un pub, ti avvicini al bancone, guardi il publican con fare deciso e pronunci la frase più gettonata di sempre: “Una bionda media, grazie.”
Sembra una richiesta semplice, quasi rassicurante. Una di quelle frasi che ti fanno sentire nel posto giusto, con le idee chiare. Eppure è proprio lì che iniziano i guai.
Te lo dico con cognizione di causa, perché prima ci sono passato da cliente e poi, quando sono finito dietro al bancone, ho capito tutto quello che quella frase si porta dietro.
Per quanto sembri innocua, la richiesta di una bionda media è tra le abitudini più limitanti che ci siano nel modo in cui si vive la birra in Italia. Ti chiude un mondo prima ancora di aprirlo.
In questo articolo ti spiego perché vale la pena cambiare approccio e cosa puoi chiedere al posto della solita bionda media per iniziare davvero a scoprire la birra in tutte le sue sfumature.
E tieniti pronto, perché alla fine dell’articolo ti svelerò qualcosa di davvero inaspettato. Quindi apri la tua birra, ma per favore che non sia una bionda media, e partiamo per questa nuova avventura.
Di cosa parliamo in questo articolo?
Cosa significa davvero “una bionda media”?
È una domanda che ogni publican si pone, sera dopo sera. Cosa si intende davvero con “una bionda media”? Perché a ben guardare, quel termine non dice niente, o meglio, dice tutto e niente allo stesso tempo. Non parla di gusto, non parla di profumo, non racconta nulla della birra che finirà nel bicchiere.
E ti dirò una cosa che forse ti spiazza, ma va detta: quando un cliente chiede una bionda media, potremmo anche non versare nulla che sia birra, perché tecnicamente quel termine non esiste. Il colore nella birra, “biondo”, non è un riferimento corretto, si dovrebbe parlare semmai di birra chiara.
Ma anche lì, serve andarci cauti. Dietro una birra chiara può nascondersi un mondo. Potresti ritrovarti con una Lager, una Pils, una Kölsch, una Golden Ale, una Saison chiara… tutte birre dall’aspetto simile, ma dal carattere completamente diverso.
E il termine “media”? Forse ancora più vago. Ogni pub ha i suoi formati e ogni birra il suo bicchiere. Per qualcuno media è una pinta da 568 ml, per altri un bicchiere da 400 ml o magari una tulip da 300 ml. Dire “una bionda media” è un po’ come andare in un ristorante e ordinare “un piatto caldo”. Cosa arriva? Nessuno lo sa.
Il punto è che se parliamo di birra, dobbiamo darle il rispetto che merita. Ecco perché ho voluto mettere sotto la lente questo modo di ordinare. È uno stereotipo che va superato, perché dietro ogni birra c’è una storia e ogni scelta racconta qualcosa di te, non lasciamola al caso.
Perché è un problema (anche per te)
Per chi sta dietro al bancone, sentirsi chiedere una bionda media è spesso un campanello d’allarme. È il segnale di una certa confusione, di una mancanza di informazioni. È come dire “non so bene cosa voglio, ma dammi qualcosa che somigli a una birra”.
Ma il punto vero è che il problema non è solo di chi serve. È anche tuo, che sei lì per rilassarti, goderti un momento e magari assaporare qualcosa di nuovo. Perché ordinare una bionda media significa delegare completamente la scelta. Vuol dire affidarsi al caso, giocare la tua birra alla roulette del bancone.
E capita spesso di finire con una birra che non ha personalità, che non ti dice nulla, che forse nemmeno ti piace davvero. Ma dentro di te non riesci a capirne il motivo. Perché quel termine, “bionda media”, è entrato talmente tanto nell’uso comune che ormai sembra indicare una birra precisa, uno stile, una certezza. Ma non lo è, e non lo è mai stato.
Il vero rischio è che, dopo un paio di esperienze piatte, inizi a pensare che tutta la birra sia uguale. Peggio ancora, che la birra artigianale sia sempre troppo amara, difficile da capire, qualcosa di poco piacevole. Quando in realtà ti è mancato solo uno strumento, o forse solo un pizzico di curiosità, per chiedere qualcosa di più preciso e vicino ai tuoi gusti.
Cosa puoi chiedere al posto di “una bionda media” anche se non sai davvero cosa scegliere?
Non serve essere esperti. Serve solo un pizzico di curiosità, che poi è proprio l’inizio del piacere, come mi piace sempre dire. E se c’è un momento perfetto per metterla in pratica, è proprio quando sei al bancone con la voglia di provare qualcosa di buono.
Ecco alcune alternative semplici e molto più utili da dire al tuo publican:
“Cerco qualcosa di fresco e poco amaro, cosa mi consigli?”
“Vorrei una birra chiara, secca e dissetante, magari una tipo Pils?”
“Mi piace lo stile Weizen, avete qualcosa di simile?”
“Vorrei provare qualcosa di nuovo, magari fruttato ma non dolce.”
In questo modo stai dando delle indicazioni vere su quello che ti piace. Non stai semplicemente dicendo “voglio una birra”. Stai aprendo un dialogo, e ti assicuro che chi sta dietro al bancone, se ci tiene davvero al suo lavoro, sarà più che felice di aiutarti a trovare la birra giusta. È una piccola missione che rende tutto più gratificante, per te e per lui.
I vantaggi per te (e per il tuo palato)
Quando esci dalla comfort zone del solito “una bionda media”, succede qualcosa di davvero interessante.
Scopri nuovi stili di birra e inizi a riconoscere la differenza tra una Lager, una Blanche, una IPA o una Saison.
Trovi la birra che ti piace davvero, quella che ti rappresenta, che senti tua. Ogni serata diventa un’esperienza, non solo un bicchiere da svuotare distrattamente.
E poi diciamolo, fa anche la sua figura. Ordinare una “Helles in stile bavarese con finale secco” ha tutto un altro effetto rispetto a chiedere una bionda media che sa di già sentito. Ti dà personalità, dimostra che sai quello che vuoi e che, magari, hai voglia di lasciarti sorprendere.
Conclusioni
Eccoci alla fine. L’articolo di oggi è stato semplice, ma anche bello tosto, perché tocca un gergo collettivo così radicato che sembra quasi impossibile da scalfire. Ma se segui questo blog sai già qual è il mio obiettivo: smuovere le cose, anche solo dell’un per cento, per migliorare il modo in cui viviamo e parliamo di birra.
E adesso viene il bello. Hai mai fatto caso che la birra è l’unica bevanda al mondo per cui basta dire “una media” tra amici e tutti capiscono di cosa si parla? Non dici “una bionda media”, dici solo “una media” e nella testa di chi ti ascolta compare subito l’immagine di un bel bicchiere di birra.
È incredibile da un lato, perché dimostra quanto la birra sia entrata nella nostra quotidianità. Ma dall’altro fa anche un po’ riflettere, perché riduce tutto a un’abitudine generica, che rischia di farci perdere la bellezza delle sfumature. È un po’ come andare al bar la mattina e chiedere semplicemente “una tazzina”. Ok, tutti ti danno un caffè, ma se fosse un tè? O un ristretto? Il barista ci resterebbe di sasso.
Ecco perché la frase “per me una bionda media” può entrare di diritto nella classifica delle richieste assurde da non fare quando ordini una birra. E se vuoi ridere un po’, c’è anche un articolo dedicato solo a questo, che ti consiglio di leggere.
La prossima volta che entri in un pub, regalati un’esperienza diversa. Evita il solito “una bionda media”.
Chiedi consiglio, racconta cosa ti piace, fatti incuriosire. Non serve essere esperti, basta avere voglia di scoprire qualcosa in più. La birra è un mondo intero fatto di aromi, storie e persone. E tutto comincia con la birra giusta.
E mi raccomando: bevi sempre consapevolmente!
Francesco