Prima di diventare un beer blogger, ho lavorato come publican per tanti anni. E, se pensi di aver sentito tutto, dovresti metterti nei miei panni! Le richieste assurde che ho ricevuto avrebbero potuto riempire un libro; ma invece, ho deciso di risparmiarti e condensare il tutto in una lista divertente di 7 richieste assurde da non fare quando ordini una birra.
Se sei un publican o un addetto ai lavori, allaccia le cinture e preparati a ridere mentre leggi questo articolo. Ma se sei un comune frequentatore di pub, prendi nota di questa classifica.
Non ti preoccupare, non ho intenzione di scatenare una rivolta; è solo una lista simpatica e un po’ stramba che potrebbe salvarti dall’essere il prossimo personaggio di una barzelletta da pub.
Quindi, la prossima volta che ti trovi davanti al bancone, puoi ordinare con fiducia e, soprattutto, con un sorriso!
Di cosa parliamo in questo articolo?
Chi è il publican?
Ecco, lo sapevo che qualcuno avrebbe chiesto! Il publican non è il tuo barista medio, ma una sorta di supereroe dei pub, l’anello di congiunzione tra birra e consumatore finale.
È colui che spilla letteralmente la birra, e da lui dipendono le sorti dei consumi di birra. In sostanza, è lui che decide se la tua birra avrà quella schiuma perfetta o meno!
Ora, una breve riflessione: in Italia non si “vende” la birra. Abbiamo birrifici a profusione, ma pochi publican. E, lasciami dire, se provi a chiedere in qualsiasi pub del tuo paese di parlare col publican, potresti ricevere uno sguardo come se fossi appena atterrato da Marte!
Negli Stati Uniti, questa figura è venerata, quasi una rockstar del mondo birrario con una missione: vendere e diffondere la cultura della birra. In Italia? Beh, abbiamo ancora un po’ di strada da fare, poiché molti confondono il publican con il semplice “barista”, “banconista” o “cameriere”, ma lavorare in un pub è ben altro.
Ma non perdiamo tempo, perché abbiamo bisogno di questa figura professionale, che ha tutto un altro brio e stile rispetto al barista comune. E spero che presto in Italia questa professione venga valorizzata come merita.
Ora passiamo alla classifica delle 7 richieste assurde da non fare quando ordini una birra. Sei pronto per qualche risata con un sapore di birra? Tieniti forte, perché la lista è lunga e divertente.
Senza schiuma
Oh, dici “senza schiuma”? Spero tu abbia un casco protettivo, perché l’occhio fulmineo che ti lancerà il publican potrebbe essere molto intenso. Quando chiedi una birra senza schiuma, potresti pensare di “guadagnare birra”, ma in realtà stai dicendo al publican: “Ehi, non sai fare il tuo lavoro!” e, credimi, non è una carezza all’ego.
Senza schiuma perché? È come chiedere una torta senza panna o una pizza senza cornicione.
La schiuma è l’anima della birra! Senza di essa, quella che hai nel bicchiere è solo un’imitazione pallida di ciò che dovrebbe essere. E se il publican accoglie la tua richiesta, ti sta indirettamente educando alla non qualità. Riceverai la birra che hai chiesto, ma poi ti ritroverai con la pancia gonfia, lamentandoti che la birra ti fa gonfiare. È un circolo vizioso che non finirà mai.
Fidati del tuo publican, perché lui sa come servirti una birra perfetta!
Una doppio malto
Quante volte mi è capitata, e ogni volta mi lasciava con un’espressione confusa, come se mi avessero appena chiesto di risolvere un rebus impossibile.
Cliente: “Vorrei una doppio malto.”
Io: “Certo! Dolce, amara, scura, chiara?”
Cliente: “No, una doppia proprio.”
A questo punto, nella mia mente si materializza l’immagine di una birra sopra l’altra, una costruzione surreale che sfida le leggi della birra con la fisica. Una cosa da lasciare senza parole!
Che significa “doppio malto”? Beh, è un termine legale, introdotto in Italia nel 1962, per definire una birra con un tenore alcolico elevato. Ma per i publican, onestamente, questa definizione ha poca rilevanza.
Quindi, la prossima volta che ti trovi davanti al bancone di un pub, resisti alla tentazione di chiedere semplicemente “una doppio malto.” Dai qualche dettaglio in più, e ti garantisco che il tuo publican ti servirà qualcosa di interessante, invece di fissarti con un’espressione confusa che potrebbe benissimo comparire in un fumetto!
Fammi la tua preferita
Questa è una di quelle richieste che può mandare un publican in una spirale di confusione. Immagina di andare dal tuo barbiere e dire: “Taglia i miei capelli come piacciono a te!” Potresti finire con un look davvero inaspettato.
“Come posso fare una birra ‘fai tu’?” penso ogni volta che qualcuno fa questa richiesta. Magari la mia preferita è una stout intensa e tu preferisci qualcosa di leggero e semplice. Poi ti trovi a guardare la tua birra come se fosse un alieno appena atterrato sul bancone e a chiederti: “Ma che birra mi hai fatto?”
Se sei indeciso, è comprensibile. La scelta della birra può essere un viaggio pieno di avventure e scoperte. Ma invece di dire “Fammi la tua preferita,” prova a lasciarti ispirare da qualcosa. Potrebbe essere il nome della birra, il colore, la grafica dell’etichetta. È un po’ come scegliere un libro in libreria basandosi sulla copertina.
Magari non colpirai nel segno al primo tentativo, ma almeno avrai fatto una scelta basata su qualcosa che ti ha colpito, invece di delegare la responsabilità al tuo publican, che potrebbe avere gusti completamente diversi dai tuoi.
E chi lo sa? Potresti scoprire una nuova birra preferita, tutto grazie a un colpo d’occhio o a un nome intrigante. Altrimenti, chiedi pure al publican di consigliarti qualcosa in base ai tuoi gusti. Sono li per aiutarti, non per indovinare i tuoi desideri più segreti!
Una birra normale
Questa è una di quelle richieste che può mandare il publican in una crisi esistenziale. Che cos’è una birra normale? Normale per chi? Chi decide cosa è normale e cosa no?
Capisco, magari hai avuto un’esperienza meno piacevole con una birra artigianale particolare, e ora ti ritrovi a chiedere una “birra normale” per evitare sorprese. Ma il mondo della birra è vasto e vario, e fidati, c’è una birra per ogni gusto e occasione.
Lascia perdere le etichette come “normale” o “non normale.” Chiedi piuttosto al tuo publican di consigliarti qualcosa che potrebbe piacerti. Digli cosa hai provato prima e cosa ti piace, e vedrai che sarà felice di guidarti nel meraviglioso mondo della birra.
E non temere, non sempre è una questione di “birre buone” o “birre cattive.” È una questione di gusti, preferenze e scoperte. Ricorda, ogni birra ha la sua storia, il suo sapore, e il suo carattere. Lasciati guidare dal tuo publican e dai un’occhiata al menù. Prova qualcosa di nuovo o chiedi una descrizione. Non accontentarti di una “birra normale.” Esplora, gusta, e goditi l’avventura che è la birra. Potresti scoprire un nuovo amore che non sapevi nemmeno di avere!
Non farla scura, non reggo molto
Ancora un altro cliché? Ah, la birra scura! Questa straordinaria pozione magica che ti fa girare la testa come una trottola con un solo sorso.
È come una spada laser per i tuoi sensi, ti assicuro! C’è chi pensa alla birra scura come alla birra belga, quella famosa per abbattere elefanti con la sua gradazione alcolica.
Ma poi, in realtà, è più leggera del vino. Siamo in Italia, e qui la birra è avvolta da miti leggendari che neanche King Arthur oserebbe sfidare! Ma tranquillo, non qui su questo blog. La birra scura non è sinonimo di liquido infuocato o di intruglio di mago cattivo. No, c’è anche birra scura morbida e coccolosa come un gattino, pronta per conquistare ogni palato e ogni livello di tolleranza alcolica.
Da soft come una carezza di una piuma di cigno, a… beh, ancora più soft, se riesci a immaginare! Ce n’è di ogni tipo, da quella che ti fa sentire un eroe a quella perfetta per chi trova un bicchiere d’acqua un’avventura estrema. In breve, c’è birra scura per tutti, anche per chi crede che l’acqua del rubinetto abbia troppa personalità!
Una birra ghiacciata
La richiesta di una birra “ghiacciata” è come chiedere un gelato fuso o un caffè tiepido. Sembra una buona idea, ma non lo è davvero.
La birra ghiacciata? È un mito da sfatare. Lascia che la birra ti parli con la sua voce autentica, e goditi l’esperienza come si deve. Non è solo una questione di sapore, è una questione di rispetto per l’arte che sta dietro ogni birra.
Immagina una bella pizza appena sfornata, calda al punto giusto, con tutti i suoi aromi e sapori pronti a soddisfare il tuo palato. Ora immagina di mangiarla rovente o fredda. Non è la stessa cosa, vero? Ebbene, lo stesso vale per la birra.
La birra servita troppo fredda può effettivamente nascondere le sue vere qualità. Gli aromi, i sapori, e le sfumature che la rendono unica vengono anestetizzati dal freddo eccessivo. È come mettere un cappotto pesante su un bel quadro: copri tutto ciò che lo rende speciale.
Sì, la birra deve essere servita fresca, ma la temperatura della birra varia a seconda dello stile e delle caratteristiche della birra stessa.
Quindi, la prossima volta che hai voglia di una birra, pensa alla temperatura come penseresti alla cottura di una bistecca o al calore del tuo caffè preferito. Chiedi al tuo publican di servirti la birra alla temperatura giusta, e preparati a scoprire sapori e aromi che potresti aver perso quando erano nascosti sotto uno strato di ghiaccio.
La birra cruda
No, non è un piatto servito nei ristoranti di sushi, né una birra che si è dimenticata di vestirsi. È solo un modo chic per parlare di birra non pastorizzata e non filtrata, in pratica è una birra artigianale.
Ora, la birra non pastorizzata è come una festa a casa con gli amici più stretti – i lieviti vivi sono ancora lì, a ballare e a dare quel sapore fresco e complesso. Ma attenzione! Devono essere tenuti d’occhio, o potrebbero invitare qualche amico indesiderato alla festa.
E la filtrazione? Beh, è come passare un setaccio e togliere tutto ciò che rende la birra un po’ nebbiosa. La birra non filtrata si gongola delle sue imperfezioni e ti fa l’occhiolino con quel suo aspetto torbido.
Quindi, se ti ritrovi in un pub non chiedere la “birra cruda”, altrimenti potresti trovare chi come me che una volta a questa richiesta ho messo nel bicchiere orzo, luppolo e acqua, che per l’esattezza, sono ingredienti della birra prima della cottura proprio come vedi in questa foto qui sotto.
Conclusioni
Prima di diventare il un addicted nel mondo del marketing per pub e birrerie, ero un semplice publican, un ragazzo con un bicchiere in mano e un blog pieno di notizie da scrivere. Le mie avventure mi hanno portato a girare locali di ogni genere, a sentire le richieste più bizzarre che un publican possa mai sentire: “Avete una birra strana?”, “Posso avere una birra con un ombrello?” o “Avete birra senza alcol? No, intendo senza birra!”.
Queste sono le 7 richieste assurde da non fare quando ordini una birra che ho raccolto in questo mio viaggio. Ma la cosa non finisce qui! Il punto che voglio sottolineare è che bisogna educare i consumatori, valorizzare la figura del publican e magari, solo magari, fare un corso su “Cose da Non Chiedere in un Pub”.
L’universo birra in Italia è un vasto oceano fatto di gocce di richieste particolari, stranezze e sorprese.
Adesso tocca a te, hai qualche perla da condividere? Qualche richiesta bizzarra che ti ha fatto sputare la birra dal ridere?
Scrivimelo nei commenti! Sono molto curioso e non vedo l’ora di leggere le tue storie!
Alla nostra!
E mi raccomando: bevi sempre consapevolmente!
Francesco
Questo articolo ha 2 commenti.
Ho letto tutte cose giuste. In effetti si parte dalla considerazione che il cliente sappia cosa vuole. Nella mia esperienza chi arriva al bancone con richieste sconclusionate non sa cosa vuole. Si può fare informazione e formazione, ammesso che il publican abbia tempo. Un venerdì o un sabato sera da locale affollato (che sono le sere quando arrivano anche gli insipienti) manca il tempo materiale di indagare col cliente che ignora, per spillargli una birra seria che incontri i suoi gusti. Detto questo, chapeau per la sintesi.
Grande Davide! Parole sante anche le tue, ed è proprio qui che ci si gioca la professionalità nel saper gestire anche situazioni lampo nel caos…