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Francesco selicato

Bevi birra ghiacciata? Ecco cosa dovresti sapere davvero

⏱️ Tempo di lettura: 3 minuti
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Quando arriva l’estate, la tentazione è forte. Una birra ghiacciata, di quelle che fanno appannare il bicchiere al primo sorso, sembra la soluzione perfetta per combattere il caldo torrido. E ti dirò di più, mentre stai leggendo queste parole si sta materializzando la nuvoletta nella tua mente con l’immagine di quella birra che suda freddo, e la bevi tutta d’un fiato con una soddisfazione enorme per aver placato quella sete estiva.

Ho fatto centro, vero? Ecco, allora devi sapere una cosa, hai appena sprecato una birra, e le conseguenze non sono esattamente positive.

Questo è il cuore del discorso di oggi. Molti mi chiedono se sia una buona idea quella di buttare giù una birra a zero gradi appena uscita dal freezer, solo per il piacere di qualcosa di veramente fresco, una scelta più psicologica che sensoriale.

Ma sei sicuro che sia davvero la strada giusta per gustarla al meglio? La birra ghiacciata è un piacere legato alla stagione o solo un grande abbaglio da inesperti?

Andiamo a scoprirlo insieme, perché dietro quella schiuma di birra e quella sensazione di gelo si nasconde molto più di quanto immagini.

Perché la birra ghiacciata è così amata in estate?

Come giusto che sia, partiamo dal principio. Perché la birra ghiacciata è così amata e desiderata in estate? Cosa ci spinge ad agognarla appena il termometro sale?

Pensa questa scena. Sole a picco, piedi nella sabbia, pelle che scotta e una bottiglia di birra che sembra uscita dal Polo Nord. Per molti è la scena perfetta. Il freddo attenua la percezione dell’alcol, esalta la sensazione di freschezza e regala quel brivido di sollievo che dura qualche sorso e ti fa credere di aver trovato l’oasi nel deserto.

C’è poi da dire che alcune birre industriali, leggere, molto gassate e con pochi aromi, danno davvero il meglio solo se servite a temperature bassissime. E infatti non è un caso se le pubblicità ci martellano con l’idea della “birra ghiacciata”, quasi fosse un marchio di qualità.

Spoiler? Non lo è affatto. Anzi, spesso è il modo migliore per berle senza sentire nulla, perché il ghiaccio anestetizza tutto, gusto compreso, e ti fa dimenticare persino che stai ingerendo alcol.

Quando una birra ghiacciata va bene?

Non demonizziamo tutto. Ci sono momenti in cui una birra ghiacciata ha il suo perché. Soprattutto quando parliamo di birre leggere da battaglia, quelle da ombrellone e chiacchiere con gli amici, senza troppe pretese né analisi sensoriali. In quei casi il fine non è degustare, ma dissetarsi e godersi la compagnia.

Birra ghiacciata sì, ma solo per il piacere di quel senso di frescura che colma un bisogno psicologico di sollievo più che un desiderio autentico di birra. Perché in quei casi, diciamolo, non stiamo davvero bevendo birra, o meglio non la stiamo degustando per ciò che è.

Se ti capita tra le mani una birra Saison da otto gradi con tutte le sue belle note speziate e fruttate, magari lasciala al riparo dal freezer e falle esprimere tutto quello che ha da dire.

Però se ti trovi sotto l’ombrellone con una bionda industriale senza pretese o davanti a una brace che scotta, allora sì, è concesso e pure benedetto.

L’errore più comune? Mettere la birra nel freezer

Altro dilemma che almeno una volta è capitato a tutti. Ospiti all’ultimo minuto, frigo vuoto e l’unico modo per raffreddare in fretta sembra essere il caro vecchio freezer. Ma lasciare una birra lì troppo a lungo può rovinarla del tutto. Non solo rischi di ritrovarti con una bottiglia spaccata o con etichette distrutte, ma puoi compromettere gli aromi e la struttura stessa della birra. Se invece avessimo avuto l’accortezza di mettere le birre in frigo qualche ora prima, ora non saremmo in crisi.

Quando è troppo fredda, le molecole aromatiche vanno in letargo e tutta quella complessità che il birraio ha cercato di raccontare semplicemente sparisce. Ogni stile di birra ha la sua temperatura ideale per esprimersi al meglio, e stravolgerla significa appiattire il gusto, renderlo acquoso, meno piacevole e più monotono. E c’è di più, una birra troppo fredda perde anche parte della sua frizzantezza, diventando per assurdo meno rinfrescante di quanto dovrebbe.

La birra non è acqua e il ghiaccio non gioca nella sua squadra.

La temperatura conta più di quanto pensi

Ci sarà un motivo se lo champagne non viene servito a venti gradi, no? Ecco, anche ogni birra ha la sua temperatura ideale per dare il meglio di sé.

Una birra artigianale con un bel profilo aromatico, se servita ghiacciata, perde tutta la sua magia. I profumi restano bloccati, il corpo si assottiglia, la carbonazione diventa eccessiva e la schiuma sparisce in un attimo.

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Per capirci meglio, servire una Tripel belga a 2 gradi è come mangiare una carbonara appena uscita dal frigo. Sarà pure una cosa utopistica, ma il gusto proprio non rende.

Ecco qualche riferimento utile per non sbagliare:

•Lager commerciali tra i 2 e i 4 gradi

•Blanche e Weizen tra i 5 e i 7

•Pale Ale e IPA tra i 7 e i 10

•Stout, Dubbel e birre più alcoliche tra i 10 e i 13

Servire una birra ghiacciata quando dovrebbe stare sugli 8 o 10 gradi è come sperare che un Barolo sia perfetto appena tirato fuori dal freezer. Non funziona.

Conclusioni

Bere una birra ghiacciata, tutto sommato, non è un crimine. Ma saperlo fare al momento giusto fa tutta la differenza. Perché la consapevolezza, quando si parla di birra, è la chiave per capire davvero cosa abbiamo nel bicchiere e come ci arriva.

Se sei uno di quelli che ama la birra artigianale, non sto dicendo nulla di nuovo. Riconoscere uno stile e rispettarne la temperatura è il primo passo per godersela davvero fino in fondo.

Ma se sei al mare e hai solo voglia di qualcosa che rinfreschi, chi siamo per giudicare? In quel caso, punta su una birra industriale, da bere giusto per la sensazione ghiacciata che ti regala quei dieci secondi di sollievo. Tutto qui.

Il mio consiglio? Scegli sempre una buona birra, magari ben fresca ma non ghiacciata, anche quando sei sotto l’ombrellone. Sapere come conservare la birra in estate fa davvero la differenza per godersela al meglio.

L’importante è sapere cosa si perde. E magari, la prossima volta, scegliere di aspettare quei due minuti in più. Perché una birra fatta bene non si beve per sete. Si beve per piacere. E per amore.

Alla nostra!

E mi raccomando: bevi sempre consapevolmente!

Francesco

Immagine di FRANCESCO SELICATO

FRANCESCO SELICATO

Beer Blogger per passione, amante della birra per vocazione. Sul mio blog racconto e trasformo qualsiasi birra nella migliore esperienza sensoriale possibile.

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