Sono qui a raccontarvi questa piacevole realtà tutta emiliana, un territorio dove i sapori sono i veri protagonisti. Birra Bandiga rappresenta l’espressione più autentica di questa terra, dove quattro ragazzi formidabili (è proprio il caso di dirlo), con la loro sapienza e immensa passione, contribuiscono a rendere l’Emilia (un’area circoscritta di sei province) una terra di eccellenze, producendo ottime birre, per la maggior parte tutte italiane.
Riavvolgiamo però un attimo il nastro. Questi giovani ragazzi, Raffaele, Tommaso, Davide e Nicola, hanno come denominatore comune la stessa dedizione a ciò che rappresenta la craft beer a 360° in Italia. Infatti, pur essendo tutti e quattro residenti in città limitrofe nelle province di Modena e Reggio Emilia, si conoscono in giro per la penisola italica durante eventi di degustazione e concorsi per homebrewer.
Da questa amicizia nasce il sogno di dare vita a Birra Bandiga, un laboratorio produttivo di birra artigianale situato a Campogalliano, alle porte di Modena, con un impianto da 1200 litri che, in doppia cotta, può raggiungere i 2400 litri produttivi. Qui si trova anche un’eclettica tap room dalle dimensioni modeste, ma molto caratteristica e curata nei dettagli, dove è possibile assaggiare tutte le loro birre (prodotte in loco) tra spine e lattine. Ma non finisce qui.
Non mancano infatti numerosi eventi come concorsi, degustazioni, cotte pubbliche, visite guidate, aperitivi, serate con dj e aperture di botticelle di birre d’impronta germanica che loro stessi prediligono produrre, come la rauchbier, la bock e soprattutto la loro punta di diamante: la keller. Tutte queste birre Bandiga si abbinano perfettamente a un ottimo e caldo brezel.
Già, è arrivato il momento di parlarvi delle loro birre, ma prima vi racconto brevemente l’origine del nome. “Bandiga” infatti, in dialetto Emiliano-Romagnolo, significa “festa”, quella che si celebrava al termine della costruzione di una casa quando veniva ultimato il tetto, sul quale si fissava una bandiera, e si iniziava a far “bandiga”!
Dopo questa breve parentesi edilizia, come promesso, vi presento le birre Bandiga: un’esperienza unica che unisce tradizione e innovazione, sapori intensi e atmosfere conviviali. Ogni sorso racconta la passione dei ragazzi e la loro voglia di celebrare la birra artigianale. Se siete in zona, non perdete l’occasione di visitare il loro birrificio e la tap room, perché la birra Bandiga è molto più di una semplice bevanda: è il simbolo di una cultura che sa unire gusto e socialità.
Di cosa parliamo in questo articolo?
Le birre di Birra Bandiga
Cominciamo con l’Italian Pils, birra Bandiga gluten free, inevitabilmente chiara con sentori erbacei, secca e amara, con sottili note floreali grazie a una generosa luppolatura europea anche in dry hopping. Con un grado alcolico di 5,0% vol., questa pils vanta malti tutti italiani.
Proseguiamo con la Session Tripel, birra Bandiga anch’essa chiara e realizzata con malti italiani e luppolo magnum coltivato in un luppoleto che si trova a poche centinaia di metri dal birrificio. Molto speziata ma equilibrata, presenta un’impronta caratteristica di lievito proveniente dal Belgio, offrendo tutti i sapori e le sensazioni di una tripel belga, ma con un’estrema beva grazie al modesto grado alcolico di 5,8% vol.




Passiamo ora alla Ipa, birra Bandiga dal colore oro carico, con sentori molto fruttati e un amaro caratteristico ma non eccessivamente tagliente, che garantisce una bevuta scorrevole nonostante la gradazione alcolica di 6,3% vol.
Vi racconto ora qualcosa sulla loro Blanche, birra Bandiga chiara con 4,8% vol., speziata e caratteristicamente più dolce delle precedenti. Si presenta visivamente velata grazie all’utilizzo di frumento e offre sentori speziati che le donano freschezza.
Continuiamo con una degna di nota Bock, birra dal colore rosso rubino, maltata e molto dolce, dove spiccano note di caramello, frutta secca, pane tostato e un leggero sentore affumicato. Estremamente corposa, presenta un grado alcolico di 6,2% vol.
Successivamente vi parlo della Rauchbier, birra Bandiga visivamente carica di colore ma anche di sapore, leggermente speziata e con note piacevolmente affumicate, mai invadenti e mai eccessive. Con un grado alcolico di 5,3% vol., la bevuta risulta semplice ma ricca di aromi, tra cui il faggio affumicato, il caramello e il pane.



Ora, prima di arrivare alla loro birra di punta, vi parlo della Session Ipa, anch’essa birra senza glutine, chiara e molto luppolata, anche in dry hopping. Con un grado alcolico di 4,5% vol., offre una bevuta scorrevole grazie a un amaro piacevole con sentori agrumati, resinosi e leggermente balsamici.
Ora, ultima ma non certo per importanza, cito la loro interpretazione della Keller, un capolavoro. Una birra ricca di sapori che riesce a trasportarti in Franconia già dal primo sorso, grazie ai lieviti provenienti dalla regione appena citata. Realizzata con malti italiani, questa birra apparentemente semplice con 4,8% ABV vi sorprenderà per la complessità dei sapori che sprigiona: dalle note di miele a quelle di crosta di pane e fiori, con una secchezza finale che chiude la bevuta. Spiccano anche note di erba appena falciata. Non vi nascondo che questa interpretazione dello stile è il motivo della mia visita a Birra Bandiga.
Vi svelo infine che la prossima uscita sarà una birra in stile Gose.
Conclusioni
Qui troverete il giusto mix di persone capaci di creare un piacevole “cocktail” di interesse. A dimostrazione delle loro competenze, vi posso dire che Davide, dopo la laurea in chimica, ha mosso i primi passi da birraio in un birrificio vicino a Reggio Emilia e successivamente in Inghilterra, a Cambridge. Anche Nicola si occupa della produzione delle birre Bandiga e, insieme a Raffaele, ha partecipato come giudice a concorsi brassicoli di portata nazionale. Non possiamo dimenticare Tommaso, un ottimo publican, estremamente disponibile e con “le mani in pasta”, anzi “in mosto”.
Qui a Birra Bandiga vi attende un’ospitalità senza precedenti e tanti eventi, uno più interessante dell’altro, a cui partecipare per trascorrere un pomeriggio diverso.
Tutto questo a poco più di un anno di attività, e ciò lascia presagire che ne vedremo delle belle in futuro!
Articolo di Luca Pasqualini – Ig luca_pasqu