pub in crisi - il bancone
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Francesco selicato

5 segnali che il tuo pub in crisi ti sta già mandando (ma tu non li ascolti)

Eccoci con uno di quegli argomenti che, lo dico sinceramente, non avrei mai voluto tirare fuori. Se segui questo blog sai già che ho un archivio pieno di temi delicati che spesso evito di pubblicare, perché non sempre è facile affrontarli.

Mi capita però molto spesso, per lavoro e per passione, di viaggiare e girare tra pub in giro per lo stivale. Prima ancora di essere beer blogger sono stato publican per tanti anni e dietro al bancone si imparano cose che restano dentro. Una su tutte, riconoscere i campanelli d’allarme che ti fanno capire che il locale non sta andando come dovrebbe.

Il problema è che spesso ci si ritrova talmente immersi nella gestione che diventa difficile vedere le cose con lucidità. O peggio ancora, si fa fatica ad accettarle, perché nessuno vuole ammettere che il proprio pub in crisi ci sta da un po’.

Se sono qui a scrivere questo pezzo è per accendere una luce su un tema che resta troppo silenzioso e che rischia di diventare letale per la tua attività. Voglio dare strumenti concreti per aprire gli occhi e capire come muoversi, senza perdere tempo prezioso.

Ammetto di essere diretto, forse pure troppo, ma tutto quello che leggerai arriva dall’esperienza vera, vissuta sul campo, con i conti da far quadrare a fine mese e la pressione che solo chi ha un pub conosce davvero.

Bene, fatte le giuste premesse, iniziamo con questo viaggio che aiuterà a capire se i segnali del pub in crisi rispecchiano anche la tua realtà.

Cosa è un pub?

Prima di parlare seriamente di un pub in crisi bisogna chiarire bene cosa sia davvero un pub e quale ruolo abbia il publican.

Un pub non è solo un locale dove si beve birra, è un contenitore di storie e situazioni, un aggregatore sociale dove la convivialità trova sempre spazio. È un luogo che trasmette tranquillità e armonia, diverso dalla classica ristorazione, perché ti permette di vivere la birra con un ritmo più sincero e informale. Puoi fermarti per una pinta veloce, spizzicare qualcosa al volo oppure restare per cena, ed è proprio questa la sua magia.

pub in crisi - ambiente

Il pub è una calamita, deve attrarre tutti senza distinzioni. Chiunque può entrarci, anche solo per una birra piccola (che sì, per qualcuno resta quasi immorale, ma va bene lo stesso) oppure per una serata lunga e goliardica che inizia con un brindisi e finisce con la tavola piena.

Quando mi capita di vedere pub in crisi la prima cosa che noto è la mancanza di una visione chiara. Non basta avere birre e un bancone, serve capire davvero l’identità del proprio locale. Per questo questo passaggio è fondamentale prima ancora di affrontare i segnali che indicano che il tuo pub non sta andando come dovrebbe.

Pub in crisi: 5 segnali da tenere in mente

Ed eccoci alla parte più delicata di questo articolo, quella in cui avevo promesso di essere schietto perché solo leggendo certi segnali si può davvero capire se ci si trova davanti a un pub in crisi.

Ci sono passato anch’io, inutile girarci intorno. Prima da publican con la responsabilità del bancone, poi da gestore a pieno titolo. Non c’è niente di cui vergognarsi, anzi. Accettare la realtà è il primo passo per rimettere in carreggiata il proprio locale e affrontare i problemi con lucidità.

Bene, ora entriamo nel concreto e vediamo insieme i 5 segnali che non devi ignorare se vuoi davvero capire lo stato del tuo pub.

La sala è piena solo nel weekend

E non è affatto un caso che parta proprio da qui. La tua sala, compreso il bancone, si riempie soltanto nei weekend, sì proprio in quei giorni, e lo sai bene, quando “aprono le gabbie” ed entra di tutto. Non c’è alcuna qualificazione del target e ti ritrovi con la solita clientela di ripiego, quella che non ha trovato posto dai tuoi colleghi che invece lavorano bene ogni giorno.

pub in crisi - la sala

Ho toccato una corda delicata, vero? Beh, nulla di male, lo so e lo sapevi già anche tu che gestire un pub funziona così. Se il tuo locale è vivo solo nei weekend, è il segnale che stai portando avanti la formula dello scacco matto, ossia incassi oggi per pagare domani e se non incassi dopodomani non paghi e inizi ad accumulare problemi.

I clienti entrano, ma non tornano

Ci hai mai fatto caso? Arriva gente nuova, magari diversa dal solito, ma poi non la rivedi più. Questo è uno dei segnali più evidenti per capire che il tuo pub sta facendo acqua da tutte le parti. E perché succede, nonostante li abbia visti sorridere e sembrare soddisfatti? Magari ti hanno pure fatto un complimento, ma il punto è che se manca quel qualcosa di speciale nel pub, la gente non torna.

Perché alla fine non andiamo nei locali solo per bere o mangiare. Quello lo puoi fare ovunque. Quello che cerchiamo è un valore in più, qualcosa che non si compra come un nuovo fusto di birra ma si costruisce giorno dopo giorno. Se manca questa parte invisibile, il tuo locale diventa solo un piano B e si riempie solo nei weekend, quando per ripiego scelgono te.

Il tuo staff è svogliato

Chi vorrebbe dare energia e grinta in un locale che ogni sera ti spegne e ti fa perdere motivazione? Nessuno. Ed è normale annoiarsi in un ambiente stagnante, dove nulla si muove. Questo segnale è cruciale perché i collaboratori, invece di diventare talenti, finiscono per essere spettatori passivi di qualcosa che non funziona. E non avendo voce decisionale, rimangono bloccati.

Quando lo staff è demotivato, spento e non sente di far parte di un posto degno di nota, è un campanello d’allarme fortissimo che il tuo pub è in crisi o già dentro una crisi che forse non riesci a vedere fino in fondo. In questi casi non ci sono scuse: avere persone di talento in squadra significa avere un locale che gira al massimo delle sue forze. Ognuno deve sentirsi parte di un progetto, non solo un numero in lista paga.

Non cambi mai menù

Questa è la vera piaga di tanti locali, soprattutto di quelli che vanno avanti a fatica. Se ogni volta che pensi di rinnovare il menù finisci col rimandare, non hai idee o ti convinci che “tanto non cambia nulla”, allora sei davanti a uno dei segnali più chiari di un pub in crisi.

E sai perché succede? Perché mancano stimoli. Quando ti senti demotivato, il solo pensiero di inserire novità che forse non verranno notate ti blocca. Così, ogni volta che ti viene in mente di aggiornare il menù della cucina o delle birre, scatta il solito loop di scuse. Alla fine deleghi, o peggio ancora lasci perdere, ma il punto è che non lo fai perché non senti di avere le energie giuste per farlo.

Deleghi le responsabilità

È sempre colpa degli altri. Una delle frasi più deleterie che un gestore possa pensare. Trovare mille scuse e scaricare responsabilità che invece dovrebbero essere tue è un segnale fortissimo da non sottovalutare.

pub in crisi - birra

Ti faccio qualche esempio delle scuse più comuni: è colpa dell’ennesima partita di Champions infrasettimanale se il locale è vuoto, è colpa dell’inizio settimana, è colpa dell’influenza che gira, è colpa della gente che ormai non sa più cosa vuole.

La verità è che la colpa è tua. Solo tua.

Perché delegare le responsabilità ti impedisce di prendere atto che sei tu, il gestore, l’unico in grado di cambiare le sorti del tuo pub in crisi.

La prossima volta che ti viene in mente una di queste scuse, prova a pensare a quel locale del tuo paese che funziona sempre, anche quando tutti gli altri piangono. Non è fortuna, è costanza. È la somma di ogni piccolo gesto, di ogni pensiero positivo e di ogni scelta di qualità che giorno dopo giorno costruiscono un progetto vincente.

Conclusioni

Questo è uno di quegli articoli che scotta e che fa male da leggere, ma lo tenevo in serbo da tempo. Un po’ per portare dentro la mia esperienza maturata in tanti anni dietro e davanti al bancone, un po’ per provare a sensibilizzare chi sta vivendo una situazione simile.

Perché ripeto ancora una volta, e non mi stancherò mai di dirlo, quando si resta dentro il proprio locale, nella propria zona di comfort, non si tende a vedere altro. Ci si creano mille scuse, come quelle che abbiamo visto sopra, pur di non ammettere che forse è arrivato il momento di fermarsi un attimo.

E allora bisogna chiudere definitivamente? No.

Bisogna solo mettere un punto. E andare a capo. Perché ogni locale merita il proprio secondo rigo, un nuovo inizio. Tutti i pub nascono per regalare emozioni e momenti di convivialità a chi li frequenta, e se questo si perde, bisogna avere il coraggio di rimettersi in gioco.

Il mio consiglio è di staccare per un attimo e prendersi qualche giorno di lucidità. Vai a vedere cosa succede fuori, frequenta altri locali, osserva cosa fanno gli altri e cerca di capire cosa puoi fare di più con quello che hai.

Non serve una comunicazione spettacolare o il marketing da copertina per cambiare le sorti. Il vero cambiamento parte da dentro, da te, dalla tua voglia di rimettere le mani al volante del tuo pub.

Dopo tanti anni passati come publican e oggi da beer blogger che gira per l’Italia, ti assicuro che ne vedo di locali che vivono questa condizione. C’è sempre margine, ma serve volontà vera. Se pensi che il tuo pub stia vivendo uno dei fattori che ho raccontato qui sopra, allora è il momento di mettersi a lavorare sul serio. Perché se non lo fai tu, ci sarà qualcun altro pronto a farlo al posto tuo.

E se ti va, scrivimi e raccontami la tua realtà. Mi fa sempre piacere ascoltare, analizzare e capire come poter migliorare insieme.

E alla nostra!

Mi raccomando: bevi sempre consapevolmente!

Francesco

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FRANCESCO SELICATO

Beer Blogger per passione, amante della birra per vocazione. Sul mio blog racconto e trasformo qualsiasi birra nella migliore esperienza sensoriale possibile.

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