La curiosità di sapere come nasce una birra è comune a molti, soprattutto per gli appassionati di questo nettare d’orzo. Oggi abbiamo l’opportunità di scoprire di più su questo processo, grazie a Cesare Gualdoni, che ci racconterà come nascono le birre di Orso Verde e quali criteri guidano la loro produzione.
Oggi leggerai qualcosa di inedito. Ho posto al mastro birraio alcune domande, riuscendo a catturare l’emozione che si cela dietro la produzione di birra fatta con passione. Una passione che si riflette nei vent’anni di storia di Orso Verde.
Mettiti comodo, perché stiamo per scoprire tutte le curiosità su come nascono le birre di Orso Verde.
Pronti? Iniziamo!
Di cosa parliamo in questo articolo?
Birrificio Orso Verde
Nel 2004, Birra Orso Verde iniziava a prendere forma grazie alla lungimiranza di Cesare Gualdoni, esperto di homebrewing. Fin dall’inizio, il birrificio ha affrontato sfide e incertezze, ma ha sempre ricevuto segnali positivi che lo hanno spinto a non fermarsi. La capacità produttiva iniziale era di soli 2 ettolitri, con un forte impegno nel miglioramento continuo della qualità delle birre.
Nel 2009, Birra Orso Verde ha riconosciuto la necessità di espandersi, aumentando la produzione a 10 ettolitri e ampliando la cantina fino a 320 ettolitri. Questo ampliamento ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo, culminato nel 2020 con l’introduzione di un impianto 4.0 da 25 ettolitri, migliorando ulteriormente produzione e qualità.
La storia di Birra Orso Verde è una testimonianza di crescita e innovazione nel panorama della birra artigianale in Italia. Nonostante ciò, sono riuscito a portare Cesare indietro di vent’anni, fino alla sua prima cotta, per rispondere alla domanda fondamentale: come nascono le birre di Orso Verde?
Come nascono le birre di Orso Verde
Ammetto di aver messo Cesare letteralmente con le spalle al muro, o meglio, con le spalle al bancone della TapRoom del birrificio. Senza molti filtri e senza troppe paranoie, avevo in mente domande ben precise. Queste domande hanno permesso, inconsciamente, di tirar fuori l’essenza e la vera passione di un mastro birraio. Ed è qualcosa che non ha prezzo. Ma iniziamo con la prima domanda!
Domanda: Immaginazione o punti di riflessione, come nasce dal principio una nuova birra prima di essere prodotta?
Cesare: Quando si pensa a una nuova birra, tutto parte dagli stimoli. Può essere qualcosa che si è assaggiato, un’idea che si ha in mente, un profumo sentito in un bosco o in un campo. Prima si elabora la ricetta nella testa, poi si prova a realizzarla. Si ha un’idea di fondo di cosa si vuole ottenere e, con le nostre capacità, cerchiamo di raggiungerla. Le mie birre nascono sempre da uno stimolo esterno, che sia un cibo, una bevanda o un’altra birra che ho assaggiato. Da lì, cerco di mantenere alcuni elementi e di cambiarne altri in base al mio gusto personale. Se faccio le birre, è perché devono piacere prima di tutto a me.
All’inizio, ci voleva molto tempo per perfezionare una ricetta; dall’idea alla birra finita potevano passare anche 6-8 mesi. Adesso, con l’esperienza acquisita, molte cose vengono naturali, perché sappiamo cosa stiamo facendo. La ricetta nasce nella testa e, se è sbagliata in origine, non c’è tecnologia che possa migliorarla. In ogni birra, cerco di creare armonia ed equilibrio tra i componenti.
Domanda: Esiste una birra che non produrresti mai? Si/no, perché?
Cesare: Non esiste una birra che non farei mai. Ci sono alcune birre che amo meno di altre, ma se c’è l’occasione, magari una collaborazione, ben venga. Di solito non ho pregiudizi. Posso anche fare una birra weisse se c’è l’occasione giusta, sebbene non sia uno stile in linea con i miei gusti.
Domanda: Qual è il momento che più ti intriga durante le fasi di produzione di birra?
Cesare: Da sempre, per me, il momento più bello è quando si è in sala cottura e si sentono i profumi del mosto e dei luppoli. Questo è il momento che ancora oggi mi fa emozionare. Non è perché questo corrisponde al momento in cui esce qualcosa, perché il risultato lo si vede solo alla fine, ma mi emoziona proprio questo passaggio. Per me è una cosa speciale. Ricordo ancora le prime volte, è un fattore sentimentale per me; i profumi mi hanno sempre dato tanto.
Domanda: Torna indietro nel tempo, racconta in poche righe la tua primissima cotta di birra Orso Verde, sensazioni e stati d’animo.
Cesare: Il 1° maggio 2004 è stata la mia prima cotta di birra, ed ero nel panico totale. Ricordo che erano appena arrivati i permessi dall’Agenzia delle Dogane, allora chiamata Ufficio Tecnico di Finanza, per poter iniziare la produzione. Ho iniziato in tarda mattinata e ho finito alle 5 del mattino del giorno dopo. È stato un disastro completo: tutto ciò che poteva andare storto è andato storto. La birra non andava dove doveva andare, non si raffreddava correttamente, e sono accaduti vari altri imprevisti.
Ero lì da solo, ma alla fine ce l’ho fatta. La birra, una chiara, è venuta anche molto bene ed è la stessa chiara che produco ancora oggi. Con il tempo, sono riuscito a ottimizzare il processo. Ricordo ancora l’emozione enorme e la grande paura che provavo allora; paura che, a dire il vero, rimane ancora oggi il primo ingrediente del successo.
Conclusioni
Quando riporto a casa questo genere di esperienze, rimango sempre affascinato e stupito. Le storie travolgono e ti portano indietro nel tempo, ed è un piacere poter trasmettere questa preziosa testimonianza su questo blog. Spero che possa essere d’ispirazione per chi desidera davvero produrre birra nella vita, o anche solo per chi si gode una birra di Orso Verde. Berla dopo aver letto questa storia cambierà sicuramente il sapore e il gusto.
Quest’anno il Birrificio Orso Verde spegne la sua ventesima candelina, e hanno già accennato che ci sarà una data per i festeggiamenti in birrificio, che svelerò per tempo sui miei canali social.
Non perdere allora le prossime news!
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Alla nostra!
E mi raccomando: bevi sempre consapevolmente!
Francesco