aprire un birrificio
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Francesco selicato

10 motivi per cui non aprire un birrificio artigianale (senza pensarci bene)

Negli ultimi anni, la birra artigianale ha vissuto un vero e proprio boom in Italia, spingendo molti appassionati a sognare di aprire un birrificio. Ma tra il sogno e la realtà c’è un abisso che spesso viene sottovalutato. Aprire un birrificio non significa solo saper fare una buona birra, ma anche essere imprenditori capaci di gestire costi, marketing, distribuzione e qualità.

Questo articolo non vuole scoraggiare chi ha il desiderio di entrare nel settore, ma offrire un’analisi concreta per evitare errori costosi e delusioni.

Troppo spesso si vedono realtà crollare come castelli di sabbia, ed è sempre un peccato assistere a questi scenari. Negli anni ho osservato e analizzato da vicino molte situazioni simili e mi sono fatto un’idea piuttosto chiara al riguardo. Ma, come mio solito, ne parlerò meglio nelle conclusioni dell’articolo.

Ora entriamo nel vivo dei motivi per cui, oggi, aprire un birrificio potrebbe non essere la scelta migliore!

1. Sovraffollamento del mercato

Troppi birrifici, pochi consumatori! In Italia ci sono oltre 1000 birrifici artigianali, ma il consumo pro capite di birra è tra i più bassi d’Europa. La birra artigianale rappresenta solo il 3% del mercato, il che rende emergere una vera impresa. Il rischio? Ritrovarsi come una piccola barchetta in un oceano pieno di colossi industriali e birrifici già affermati.

Hai un’idea davvero unica e capace di distinguerti in questo mare affollato? Bene, perché senza un’identità forte e una strategia chiara, restare a galla sarà davvero complicato!

2. Mancanza di una solida struttura societaria

Molti birrifici nascono dalla passione e dall’entusiasmo, ma senza una struttura societaria chiara e ben organizzata. Il problema? Una gestione improvvisata che può sfociare in conflitti interni, disorganizzazione e decisioni sbagliate.

Definire ruoli precisi tra i soci, stabilire responsabilità chiare e adottare una gestione finanziaria professionale non sono dettagli secondari, ma elementi essenziali per la sopravvivenza del birrificio.

Avere un’ottima ricetta non basta, senza solide basi organizzative, il rischio di naufragare è dietro l’angolo.

3. La crisi economica colpisce duro

Le materie prime aumentano di prezzo, i costi energetici crescono e i margini di guadagno sono sempre più risicati. In un mercato in cui il consumatore cerca sempre il risparmio, scaricare questi aumenti sui prezzi finali è complicato. Pochi margini e difficoltà di incasso sono la realtà quotidiana per molti birrifici, che si trovano a dover gestire pagamenti in ritardo e clienti poco affidabili, mettendo seriamente a rischio la liquidità aziendale.

La domanda è inevitabile, hai le competenze finanziarie per affrontare questi imprevisti senza mandare tutto a rotoli?

4. Non basta aprire un birrificio, serve essere ottimi imprenditori

Fare una birra eccellente è solo una parte dell’equazione. La gestione di un birrificio richiede molto più di una buona ricetta: servono competenze di marketing, vendite, logistica e amministrazione. Senza una mentalità imprenditoriale solida, anche la birra migliore rischia di restare invenduta o di non raggiungere il pubblico giusto.

Formarsi in ambito gestionale o, ancora meglio, affiancarsi a figure esperte prima di buttarsi a capofitto in questa avventura.

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5. Prezzi elevati e pubblico ristretto

La birra artigianale ha un costo non indifferente, e molti consumatori continuano a preferire le birre industriali perché più economiche e facilmente reperibili. A complicare il quadro, le nuove generazioni stanno spostando i loro consumi verso cocktail e aperitivi a basso costo, riducendo ulteriormente la platea di potenziali clienti.

Se il pubblico target non percepisce il valore della birra artigianale, convincerlo a spendere di più diventa una vera sfida.

Avere una strategia di prezzo ben studiata e, soprattutto, una comunicazione efficace per trasmettere il valore unico del prodotto è la soluzione ideale 

6. Difficoltà di fidelizzazione

Torniamo al punto di partenza: tanti birrifici, pochi consumatori. E quei pochi, oltre a scegliere tra le tante birre artigianali italiane, sono spesso attratti dalle craft straniere, sempre più facili da reperire. Il risultato? Un mercato in cui la fedeltà è rara e la competizione altissima.

Alla fine, si finisce per giocarsela sempre con la solita cerchia di appassionati, che però non saranno sempre pronti a rispondere allo schiocco di dita. Costruire una base solida di clienti fedeli richiede tempo, strategia e una proposta davvero distintiva.

7. Errori di comunicazione e marketing inefficace

Molti birrifici si focalizzano sulle caratteristiche tecniche delle birre, dimenticando di comunicare in modo semplice e coinvolgente. Il risultato? Il pubblico non specializzato si sente escluso da un linguaggio troppo tecnico e distante.

Un altro errore frequente è la scarsa presenza online: siti web non aggiornati, social media trascurati e poca chiarezza su informazioni pratiche come orari e punti vendita. Se il cliente deve faticare per trovarti, semplicemente passerà oltre.

Oggi più che mai, una strategia di marketing efficace – sia offline che online – è indispensabile. Eppure, troppi birrifici la snobbano o addirittura la demonizzano, senza rendersi conto che è proprio questo tassello a fornire linfa vitale all’azienda.

8. Logistica e distribuzione complesse e costose

La birra artigianale necessita di trasporto e conservazione adeguati per mantenere intatta la qualità, ma gestire una distribuzione efficace richiede investimenti importanti e una rete commerciale ben strutturata.

Molti birrifici si trovano a fare i conti con la difficoltà di raggiungere nuovi mercati e di trovare distributori affidabili. Il problema? Spesso questi ultimi danno priorità a ciò che il loro magazzino impone, relegando i fusti dei birrifici più piccoli in secondo piano. Per fortuna, non è sempre così, ma senza una strategia di vendita solida, il rischio di restare ai margini è alto.

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9. Nessun ricambio generazionale nel pubblico

Il pubblico giovane, che dovrebbe rappresentare il futuro della birra artigianale, sembra sempre meno coinvolto rispetto al passato. Le nuove generazioni preferiscono esperienze diverse, rendendo complicato creare un ricambio generazionale tra i consumatori abituali.

Diciamolo chiaramente, questo è anche il risultato di anni di comunicazione poco inclusiva. Il mondo della birra artigianale, soprattutto agli inizi, si è presentato nel modo sbagliato, quasi come una setta segreta dove chi non si approcciava subito nel modo “giusto” veniva tagliato fuori. Questo atteggiamento ha inevitabilmente frenato la crescita di nuovi appassionati e oggi ne vediamo le conseguenze.

10. Prezzi poco competitivi

La birra artigianale ha ormai raggiunto prezzi che la rendono meno accessibile al grande pubblico, specialmente al tipico cliente da pub. Oggi, concedersi qualche birra artigianale ha un impatto significativo sul portafoglio medio, allontanando i giovani e il pubblico generalista, che finiscono per orientarsi verso soluzioni più economiche.

Su questo tema si potrebbe aprire un capitolo infinito, perché ci sono troppe criticità nell’intero indotto, a partire proprio dai costi di produzione. Personalmente, comprendo che una birra artigianale debba costare quello che costa, ma il problema è che il mercato non sempre è disposto ad accettarlo.

Conclusioni

Eccoci arrivati alla fine, e voglio subito andare dritto al punto: abbiamo esagerato!

Per anni sono nati tanti, forse troppi birrifici meteora, che alla fine hanno lasciato poco o nulla. Basti pensare che, in media, 9 birrai su 10 che hanno aperto un nuovo birrificio, avevano già un secondo lavoro. E questa, di per sé, è già la risposta a molte domande.

Aprire un birrificio significa avviare un’attività vera e propria, fatta di utili, lavoro e meccanismi che devono funzionare alla perfezione. Non basta saper fare la birra nel box di casa e poi lanciarsi nell’impresa: senza una base solida di conoscenze imprenditoriali, è una follia.

È lo stesso discorso di chi cucina piatti eccellenti per passione e poi, dall’oggi al domani, decide di aprire un ristorante. Un’eresia!

Detto questo, non voglio scoraggiare nessuno. Anzi, aprire un birrificio oggi, per assurdo, è ancora più semplice.

Basta guardare cosa molti stanno sbagliando per fare il contrario. In questo elenco ho messo in luce i punti cruciali, ma ce ne sarebbero ancora tanti da analizzare. In buona sostanza, però, la verità è che per aprire un birrificio oggi servono investimenti, e non c’è molto da girarci intorno.

Nel mio lavoro di beer blogger visito birrifici in tutta Italia e vedo tante realtà che stanno facendo un ottimo lavoro, con risultati che si notano nel tempo. D’altro canto, però, c’è ancora tanto da migliorare nel mondo della birra artigianale.

Ecco perché, ogni volta che vedo un birrificio chiudere, per me è sempre un colpo al cuore. Perché so bene che, all’inizio, c’era tutta la grinta e la voglia di fare le cose al massimo.

Ora voglio sapere la tua! Cosa ne pensi di questo argomento? Fammelo sapere nei commenti!

E mi raccomando: bevi sempre consapevolmente!

Francesco

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FRANCESCO SELICATO

Beer Blogger per passione, amante della birra per vocazione. Sul mio blog racconto e trasformo qualsiasi birra nella migliore esperienza sensoriale possibile.

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Questo articolo ha 3 commenti

  1. drago Antonino

    salve sono nino Oktoberfest Cefalù ,complimenti dopo 13 anni in Italia e 20 in Germania non posso che essere pienamente d’accordo con lei

    1. Francesco Selicato

      Grazie mille Nino!

  2. Dany

    Francesco ben trovato, sono Daniele del Lord Byron Pub since 1995,
    innanzi tutto un grazie enorme per il dono della targa de” I TEMERARI DELLA BIRRA” a Rimini.
    L’ articolo è veritiero come lo descrivi, molti pensano vedendo bere birra ,che anche loro se la producono faranno soldi, non e proprio cosi !!. In primis mooolti birrifici Italiani , bevuta una sono tutte uguali, poi tutti con la moda delle ipa, che per correggere i difetti aggiungono luppoli e poi dicono senti che birra abbiamo fatto !!! non funziona cosi, Ed ecco i risultati di come hai descritto di chi non ha le basi, di chi non ha la perfetta conoscenza, ci vuole molta ricerca dedizione conoscenza a menadito di tutti i prodotti , cereali, poi diventeranno malti, luppoli, spezie ecc. ecc. i miei clienti mi chiedono spesso perché non incomincio anch’io a produrre birra,” il posto lo avrei”, ma nooo gli rispondo, io mi ritengo un Publica , sono un anello della catena indispensabile tra il vero mastro birraio ed il consumatore finale, devo valorizzare al massimo il lavoro del birrificio , raccontare si la produzione ma raccontare la birra che andranno a degustare.
    non mi dilungo alto, grazie di tutto a presto ciaooo.
    Dany
    f: lordbyronpubsince1995
    Instagram. lordbyronpub1995
    googlemybusiness: Lord Byron Pub since 1995

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