Questo è un racconto che vuole illustrare una storia di passione, la stessa che muove il settore della buona birra artigianale in Italia, la passione che si cela dietro tre ragazzi che con la determinazione che li contraddistingue sono riusciti nella loro trasformazione personale da “semplici” conoscitori del prodotto ad hombrewers di successo e poi birrai artigiani di Riot Brewery. La stessa determinazione che li ha fatti evolvere ma qui torneremo fra poco.
I tre amici Michele, Matteo e Davide si cimentato nei primi loro esperimenti brassicoli nel 2017 riscontrando successo prima nel quartiere, poi nel paese e successivamente nella provincia, già da quegli anni è riscontrabile l’estro dei ragazzi che lavorano alla produzione di qualsiasi stile di birra sia riportato dalla BJCP, quando nel 2022 ecco arrivare l’occasione che soltanto loro potevano cogliere, l’opportunità di gestire l’impianto di proprietà di Riccardo, già avviato ma poi dismesso, con determinazione non se lo fanno chiedere due volte e lo prendono in carico, è la rinascita del Riot Brewery, sbaragliando (è proprio il caso di dirlo!) il mercato del triveneto con le proprie creazioni e puntando al panorama nazionale.
Il beershop, annesso al birrificio, si trasforma in pochi minuti in un “salotto conviviale” dove scambiare due chiacchiere sulla birra e non solo, degustando ogni loro creazione in spina e qualcuna con spillatura a pompa, ovviamente vi è la possibilità di degustare tutta la loro produzione, acquistare le lattine, i fusti e gadgets vari. Una cosa che ho molto apprezzato e che trovo semplicemente “magica” è la volontà da parte loro di voler mostrare il birrificio con orgoglio ad ogni visita che gli si fà e qui si nota l’estrema pulizia e ordine frutto della dedizione quotidiana.
Il significato del nome Riot è in poche parole “ribellione”, quella nell’approccio all’artiginale dove rispetto ad alcune birre moderne dove viene estremizzato lo stile loro prediligono rispettarlo rendedo più comprensibile il mondo Craft anche al palato!
Di cosa parliamo in questo articolo?
Le Birre di Riot Brewery
Iniziamo dalla loro Keller, la “Brikkel”, birra chiara a bassa fermentazione di stampo tedesco che lagerizza nel tankotto settimane a due gradi, al sorso spiccano note “crispy” di cereale mentre all’olfatto si percepiscono sentori di fieno e crosta di pane. Passiamo poi alla loro “Rust”, un’amber ale di stampo anglosassone ad alta fermentazione con lievito americano e leggera luppolatura sempre d’oltre oceano che conferisce una secchezza finale e una lieve nota amaricante.
Successivamente vi racconto della loro “Alchemical”, una belgian strong ale appunto di stampo belga ad alta fermentazione arricchita con l’aggiunta di zucchero candito e spezie precedentemente infuse in vermuth di Recioto della Valpolicella, mix che conferisce alla birra un sapore deciso ma rotondo e ben bilanciato. Proseguiamo poi con la loro bitter ovvero la “Vicius”, una birra che rispecchia le storiche bitter inglesi e che merita una menzione per il buon corpo nonostante la bassa gradazione alcolica che contraddistingue lo stile, spiccano al naso note di biscotto, leggero caramello e note tostate.
Passiamo ora alla “Shower” la loro IPA, anzi meglio classificata come session ipa, con una generosa luppolatura americana anche in dry hopping a donare sentori floreali mentre al palato spiccano note agrumate terminando con una piacevole secchezza data dagli stessi luppoli che offrono un sentore erbaceo. Concludiamo con la loro dry stout, vi presento la “Tunnel”, una produzione brassicola ad alta fermentazione, scura, con un particolare accenno di liquirizia ma complessivamente sentori che avvolgono completamente la bocca donandovi un piacevole retrogusto e invogliando al sorso successivo merito della secchezza piacevole che si riscontra in questa interpretazione dello stile.
Un’altro aspetto che non passa inosservato è la volontà di crescere, Matteo, Michele e Davide sono ovunque si tenga un evento legato alla birra artigianale per assaggiare il più possibile traendo così proficuo insegnamento da ogni sorso senza dimenticare quanto sia forte la loro intenzione di farsi conoscere pensando a quanto sia facile scorgere il loro logo mentre si partecipa ad eventi sportivi piuttosto che fiere e molteplici manifestazioni in ambito brassicolo dove la buona birra è il focus dell’evento, sono presenti con le loro spine spesso e volentieri anche fuori regione per promuovere il loro lavoro.
Conclusioni
Questi tre ragazzi ci sanno fare!
Vi invito a passare a San Giovanni Lupatoto alle porte di Verona per constatare voi stessi quanto sia percepibile la loro passione espressa in una pinta, non mancano gli eventi presso la loro sede e perciò vi invito a seguire le loro pagine social ma anche passare per far loro una semplice visita vi saprà appagare perché passeggiare semplicemente nel loro laboratorio con un bicchiere fra le mani vi affascinerà a tal punto da volerci tornare.