birra degli gnomi
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Francesco selicato

La birra degli gnomi: un viaggio nella Brasserie d’Achouffe

Oggi voglio raccontarti la storia di una birra che, in un modo o nell’altro, conosciamo tutti, anche se spesso la chiamiamo con un nome diverso da quello ufficiale: la birra degli gnomi, prodotta dalla Brasserie d’Achouffe.

Diciamoci la verità, almeno una volta nella vita l’abbiamo vista, magari sullo scaffale di un pub o in una bottiglia con quel caratteristico gnomo sulla sua etichetta. Per me, che ho iniziato a lavorare nel mondo della birra in tempi non sospetti, questa birra ha sempre avuto un altro soprannome tra gli addetti ai lavori, la birra dei due fratelli.

Questo perché la sua storia affonda le radici nell’avventura di due fratellastri che hanno dato vita al birrificio.

Ma andiamo con ordine. Oggi andiamo alla scoperta della birra degli gnomi, tra storia e birre iconiche. Quindi allaccia le cinture, perché stiamo per atterrare tra le verdi colline delle Ardenne belghe, dove tutto è iniziato.

Storia della Brasserie d’Achouffe

Fondata in una vecchia fattoria nel piccolo villaggio di Achouffe, questa birreria ha conquistato il mondo grazie alle sue birre uniche e alla sua iconica mascotte, uno gnomo barbuto con un sacco di cereali e luppolo in spalla.

La leggenda narra che gli abitanti della foresta, i Chouffe, fossero gnomi muti che scoprirono l’uso della parola dopo aver bevuto l’acqua della sorgente Cedrogne. Oggi, Achouffe è un minuscolo paesino di appena 32 abitanti, situato a pochi chilometri da Houffalize, nella provincia vallona del Lussemburgo belga.

Tutto ebbe inizio nel 1982, quando due fratellastri, Pierre Gobron e Christian Bauweraerts, decisero di trasformare la loro passione per la birra in qualcosa di più di un semplice hobby. Pierre, all’epoca direttore di produzione in una fabbrica di gelati, e Christian, ingegnere informatico, iniziarono a produrre birra senza alcuna tradizione familiare alle spalle, ma con tanta voglia di sperimentare.

Il loro primo esperimento diede vita a quella che oggi conosciamo come la birra degli gnomi, una Belgian Strong Golden Ale destinata a diventare un’icona. Nel 1984, Christian lasciò il suo lavoro per dedicarsi completamente alla birreria, seguito da Pierre nel 1988. Nel frattempo, la crescita della Brasserie d’Achouffe fu inarrestabile tanto che nel 1986 acquistarono i locali della birreria, un vecchio edificio risalente al 1805, e anno dopo anno la produzione continuò a espandersi, trasformando quello che era iniziato come un sogno in una realtà di successo.

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Nel 1989, la Brasserie d’Achouffe si affacciò per la prima volta sul mercato estero, con il Canada come primo paese di esportazione. L’anno successivo, accanto alla fabbrica, aprì un pub che iniziò a servire piatti cucinati con le birre della casa, offrendo ai visitatori un’esperienza ancora più immersiva.

Negli anni ‘90, per far fronte alla crescente domanda, il birrificio avviò un’importante opera di ammodernamento degli impianti, culminata con l’apertura di uno stabilimento per l’imbottigliamento situato a pochi chilometri dalla sede principale. Quella che era nata come una piccola realtà di campagna si trasformò rapidamente in uno dei birrifici più importanti del Belgio, capace di soddisfare una richiesta sempre più ampia.

Nel tempo, la birra degli gnomi divenne sempre più richiesta anche fuori dai confini belgi. Per lungo tempo, la Brasserie ha puntato sulle esportazioni, ma nel tempo ha scelto di bilanciare meglio la distribuzione, garantendo una maggiore disponibilità delle sue birre anche ai consumatori locali. Oggi, le sue creazioni scorrono a fiumi durante La Choufferie, la grande festa annuale che si tiene ogni agosto ad Achouffe e che è diventata un evento di richiamo internazionale.

Uno dei punti di forza della Brasserie d’Achouffe è la sua filosofia di reinvestimento, gli utili vengono destinati al miglioramento tecnico e qualitativo, senza mai trascurare la crescita professionale dei lavoratori. Un approccio che ha permesso al birrificio di mantenere nel tempo un’identità forte e riconoscibile, rimanendo fedele alla qualità che lo ha reso celebre in tutto il mondo.

Il simbolo della Brasserie d’Achouffe è il celebre gnomo barbuto, chiamato Chouffe, che porta con sé cereali e luppolo. La scelta di questa mascotte si deve a Christian Bauweraerts, ispirato da un’asta benefica trasmessa in televisione, durante la quale veniva venduta un’opera d’arte raffigurante uno gnomo, realizzata da un artista locale.

Nel 2006, la Brasserie d’Achouffe è entrata a far parte del gruppo Duvel Moortgat, un’acquisizione che ha permesso al birrificio di espandere i propri investimenti, pur mantenendo la sua indipendenza produttiva e commerciale. Oggi, la produzione annua supera i 26.000 ettolitri, con birre ad alta fermentazione, forti e speziate, caratterizzate da una luppolizzazione piuttosto delicata.

Il loro gusto inconfondibile nasce dalla combinazione di ingredienti selezionati con cura, tra cui spezie e zucchero candito, e dall’acqua purissima della sorgente di Cedrogne, la più alta del Benelux, situata a 400 metri sul livello del mare. Un dettaglio che contribuisce a rendere la birra degli gnomi unica e inimitabile.

Ma ora scopriamo le birre che ho avuto il piacere di provare e degustare, dalle più iconiche a quelle meno comuni, ognuna con un carattere unico ma sempre fedele alla filosofia del birrificio.

La degustazione della birra degli gnomi

•La Chouffe: La Chouffe è una Belgian Strong Golden Ale dal colore dorato intenso, con un grado alcolico dell’8% e rifermentata in bottiglia. Inizialmente l’unica birra prodotta dal birrificio, è rimasta il prodotto di punta, conquistando numerosi premi internazionali.

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Viene brassata con zucchero cristallino bianco e coriandolo, che le conferiscono una speziatura dolce, fiorita e fruttata, accompagnata da una leggera persistenza di luppolo.

La schiuma della birra è cremosa e persistente, mentre al naso emergono note fruttate, speziate, di luppolo e lievito. Il corpo è solido e avvolgente, capace di celare con sorprendente morbidezza la sua notevole gradazione alcolica. Il finale asciutto, con una sottile nota amarognola, dona equilibrio e una piacevole persistenza retrolfattiva.

•Mc Chouffe: La Mc Chouffe è la “sorella scura” de La Chouffe, una Belgian Strong Dark Ale dal colore ambrato intenso con riflessi rubino. Condivide lo stesso grado alcolico dell’8% e viene rifermentata in bottiglia.

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Ispirata alle Scotch Ale scozzesi, è soprannominata “la Scotch delle Ardenne” ed è la seconda birra più conosciuta e venduta della Brasserie. Durante la fermentazione, viene arricchita con zucchero cristallizzato scuro e miele, che le donano un profilo aromatico complesso e strutturato.

La schiuma è abbondante e tenace, mentre l’aroma sprigiona note di luppolo legnoso. Il corpo è robusto, pieno e vellutato, con un sapore che gioca su sfumature di malto, luppolo e spezie. Il finale avvolgente lascia emergere la forza alcolica, regalando una lunga persistenza retrolfattiva e una piacevole sensazione amarognola.

Se conservata a temperatura di cantina, può invecchiare per almeno due anni, sviluppando ulteriormente il suo profilo aromatico e rivelando nuove sfumature di gusto.

•Chouffe Lite: Ricca di personalità ma leggera, Chouffe Lite 4,0% conserva l’autentico spirito della Chouffe, con una gradazione alcolica ridotta al 4%. Questa birra bionda, leggermente velata, si distingue per la sua freschezza, accompagnata da note erbacee e dal tipico carattere fruttato che ha conquistato gli appassionati in tutto il mondo.

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Perfetta per chi desidera assaporare una birra speciale senza esagerare con l’alcol, Chouffe Lite 4,0% ha il 30% di calorie in meno rispetto a La Chouffe, senza rinunciare al gusto. Una birra naturalmente fresca e leggera, ma ricca di carattere.

•Houblon Chouffe: Molto apprezzata dagli intenditori, Houblon Chouffe è una birra forte  con 9%, dal gusto amaricato e fruttato. Per ottenere l’amarezza tipica delle IPA, vengono utilizzati tre tipi di luppolo: Tomahawk, Saaz e Amarillo.

Si tratta della prima Belgian IPA mai realizzata, con un profilo aromatico inconfondibile. All’assaggio emergono anche delicate note di pompelmo, che arricchiscono ulteriormente il bouquet. Questa birra è molto apprezzata anche in cucina, dove viene utilizzata come ingrediente per diverse ricette.

Dal punto di vista sensoriale, è piacevole al naso, ma si degusta soprattutto con la lingua, grazie alla presenza di pezzi di luppolo quasi interi, che ne esaltano la complessità.

•Cherry Chouffe:  protagonista assoluto di Cherry Chouffe è il suo dolce aroma di ciliegie. Ma questa birra nasconde anche sfumature di fragola, mandorla, spezie e Porto, che la rendono unica e irresistibile.

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Il suo corpo è rotondo, morbido e delicato, regalando un’esperienza di degustazione appagante. Il finale è leggermente amaro, a bilanciare la dolcezza iniziale.

Da “Cherry Chouffe” a “Very Chouffe”, bastano pochi sorsi per innamorarsene!

Conclusioni

Siamo arrivati alla fine di questa simpatica storia, che racconto con piacere e con un sorriso. Anche se La Chouffe è una birra che posso trovare tranquillamente all’ipermercato del mio paese, ogni volta che la bevo mi trasporta in un ecosistema completamente diverso, quello della birra belga. Il bello è che posso avere sempre la birra degli gnomi a portata di mano, nel frigo di casa, pronta da stappare ogni volta che ne ho voglia.

La Brasserie d’Achouffe è la prova di come passione e dedizione possano trasformare un piccolo progetto in un’icona internazionale della birra artigianale.

Ecco, credo che non serva nemmeno chiederti se conosci già la birra degli gnomi, perché è davvero popolare. Quindi raccontami, qual è la tua preferita?

E mi raccomando: bevi sempre consapevolmente!

Francesco

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FRANCESCO SELICATO

Beer Blogger per passione, amante della birra per vocazione. Sul mio blog racconto e trasformo qualsiasi birra nella migliore esperienza sensoriale possibile.

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