birrificio-WAR
Immagine di Francesco selicato

Francesco selicato

Birrificio WAR, la rivoluzione agricola che diventa birra artigianale

⏱️ Tempo di lettura: 3 minuti
(più veloce di una pinta)
⏱️ Tempo di lettura: 3 minuti

C’è chi sogna di fare birra e poi c’è chi, tornando alle origini, riesce a trasformare quel sogno in un progetto capace di cambiare le regole del gioco. È il caso del birrificio WAR, acronimo di We Are Rising, nato nel 2016 all’interno di una cascina immersa nel verde della provincia lombarda, precisamente a Cassina De’ Pecchi, nella sede dell’azienda agricola di famiglia.

Oggi ti porto a conoscere questa realtà che ho avuto il piacere di scoprire chiacchierando con Francesco, fondatore del birrificio WAR, e posso assicurarti che è stata un’esperienza davvero piacevole e piena di spunti.

Quindi alziamo il bicchiere e partiamo insieme per scoprire cosa rende speciale questa avventura brassicola.

Di cosa parliamo in questo articolo?

Storia del birrificio WAR

Anche se la nascita ufficiale risale al 2016, è nel 2017 che il birrificio WAR mette in cantiere la sua prima cotta. Fin dall’inizio si afferma come birrificio agricolo vero e proprio, con l’orzo coltivato nei campi dell’azienda agricola di famiglia. Una tradizione contadina che qui si è trasformata in una piccola rivoluzione brassicola.

L’idea prende forma negli anni dell’università, quando il fondatore – studente di ingegneria ma con il cuore nei campi – sceglie di tornare alla vita agricola per costruire qualcosa di nuovo e autentico. Così nasce WAR, che all’inizio doveva restare una piccola realtà legata all’agriturismo. Invece le birre conquistano subito chi le prova e dai tre fermentatori iniziali il progetto comincia a crescere.

birrificio-WAR4

Il birrificio WAR rappresenta l’evoluzione naturale dell’azienda agricola, che dopo due generazioni dedicate alla coltivazione intensiva di cereali decide di valorizzare direttamente l’orzo prodotto in casa trasformandolo in birra.

A rendere unico questo birrificio è l’attenzione alla filiera, dalla scelta delle sementi fino alla raccolta, tutto viene seguito internamente. L’unica fase esterna è la maltazione, affidata a un’azienda specializzata che garantisce tracciabilità e qualità.

Questa cura permette scelte consapevoli anche sul piano della sostenibilità, con l’uso di fonti rinnovabili che coprono gran parte del fabbisogno energetico. Una scelta coerente con la visione agricola e indipendente che da sempre guida il birrificio.

Durante la pandemia, mentre tanti si fermano, WAR rilancia costruendo un nuovo capannone accanto a quello esistente. In quel periodo arriva anche la prima lattinatrice, adottata ben prima che diventasse di moda, leggera, impilabile, riciclabile, si rivela un investimento vincente. Oggi il birrificio WAR produce circa 400.000 litri l’anno e continua a crescere con lo stesso spirito ribelle con cui è partito.

birrificio-WAR-5

Uno dei cuori pulsanti del progetto è la taproom, ribattezzata “la stanza del piacere”. Qui il birrificio WAR si racconta al meglio, con 14 vie alla spina, birre sempre fresche, degustazioni, eventi e visite guidate all’interno dell’impianto, completamente aperto e visitabile.

Lo stile di WAR non è mai stato quello di inseguire gli altri, ma di alzare l’asticella. Le birre identitarie nascono con l’idea di incuriosire anche chi non è già appassionato, trasformando la birra da punto d’arrivo a punto di partenza. Basse fermentazioni e luppolate restano protagoniste, ma non mancano proposte ribelli, capaci di rompere gli schemi, proprio come suggerisce il nome We Are Rising.

Il marketing è parte integrante della loro filosofia con naming incisivi, grafiche che colpiscono e una comunicazione che non ha paura di osare. Un esempio è AMEN, birra senza glutine fresca e super beverina, pensata per essere alla portata di tutti. Provocatoria nell’etichetta, sincera nel bicchiere.

Il birrificio WAR rappresenta in pieno la volontà di reinventarsi. Nasce da una radice agricola forte ma guarda sempre avanti con innovazione, sostenibilità e coraggio. Perché quando le regole non bastano più, c’è solo una via: alzarsi, cambiare e dimostrare che la rivoluzione può partire anche da una pinta.

Conclusioni

Eccoci alla fine di questo capitolo, dove ho avuto il piacere di raccontare qualche chicca del birrificio WAR e di conoscere Francesco, un imprenditore dall’animo davvero avanti. Per me è stato un incontro speciale, perché quando davanti hai persone con storie e valori solidi, riesci a riconoscerle subito, quasi a naso, un po’ come avere il bluetooth acceso e agganciarsi al volo.

Metafora a parte, questa storia è una lezione di caparbietà e coraggio.

Devo anche ammettere che da appassionato di marketing, il birrificio WAR è sempre stato nel mio radar. Non hanno mai trascurato nulla, dalla comunicazione online agli stand curati in fiera, e se li hai visti dal vivo sai bene di cosa parlo.

Direi che per oggi ci fermiamo qui, ma ti anticipo che ci sarà una seconda puntata. Voglio tornare a parlare delle loro birre e analizzarle più da vicino, quindi resta sintonizzato su questo blog.

E ora tocca a te, fammi sapere se hai una storia legata al birrificio WAR da condividere, sono curioso di leggerla.

E mi raccomando: bevi sempre consapevolmente!

Francesco

Immagine di FRANCESCO SELICATO

FRANCESCO SELICATO

Beer Blogger per passione, amante della birra per vocazione. Sul mio blog racconto e trasformo qualsiasi birra nella migliore esperienza sensoriale possibile.

Leggi la mia storia

Condividi l'articolo

Lascia un commento

francescoselicato.it

Il primo blog di un Publican dedicato al mondo Birra. Storie, spunti e contenuti di valore per tutti gli appassionati.

Seguimi sui Social