Storie di birra e di locali dove la birra si respira davvero, oggi siamo a Barcellona, nel cuore pulsante di una città che ha il fuoco dentro. Ed è proprio qui che troviamo la Fàbrica Moritz, un posto che avevo segnato da tempo tra le mete da visitare.
Un pub, quasi una taproom, ma anche un birrificio, e non uno qualunque. Qui si parla di birra con la B maiuscola, quella che da oltre 150 anni accompagna la città in tutte le sue trasformazioni.
E avviso già, non è la solita tappa da turista curioso che entra per bere qualcosa al volo. Qui si entra per gustarsi una pinta e si finisce per fare due chiacchiere con la storia.
Ma ora basta con i preamboli, andiamo a scoprire insieme il mondo della Fàbrica Moritz di Barcellona.
Di cosa parliamo in questo articolo?
La storia di Fàbrica Moritz
La Fàbrica Moritz si trova tra il Raval e l’Eixample, proprio dove Louis Moritz decise di mettere radici nel 1864, approfittando della caduta delle antiche mura di Barcellona. Curioso a dirsi, ma furono proprio quelle pietre a finire nei muri della sua fabbrica. Oggi, dopo un restauro firmato dall’architetto Jean Nouvel nel 2011, questo luogo iconico si è preso una seconda giovinezza. È moderno, accessibile, pieno di energia, ma ha mantenuto tutto il suo spirito originale.
Scendendo al piano inferiore puoi camminare tra le pietre delle vecchie mura o scoprire un rifugio antiaereo. È come passeggiare in una Barcellona nascosta, una che batte ancora sotto i tuoi piedi.
Ma qui non si parla solo di una fabbrica. Questo è il cuore pulsante della cultura birraria della città. Qui si produce e si celebra la birra in tutte le sue forme. Dalla classica Moritz fresca e non pastorizzata, servita direttamente dall’impianto, alle versioni analcoliche o più creative, tutto parla di passione, attenzione e approccio artigianale. Alcune birre, come la Moritz Epidor — più intensa e corposa — le trovi solo qui. Me ne ha parlato Germán, il mastro birraio, con quella luce negli occhi tipica di chi non si limita a raccontare la birra, ma la vive davvero. Mentre spiegava il profumo dei luppoli, era chiaro che lì dentro c’era amore vero per questo mestiere.




E dove c’è birra fatta bene, non può mancare del buon cibo. In cucina trovi Jordi Vilà, chef stella Michelin, che ha creato un menu pensato per esaltare ogni boccale. Dalle flammkuchen alsaziane che strizzano l’occhio alle origini del fondatore, al picantó alla Moritz, dalle crocchette cremose alle famose patatas bravas — d’aquí o d’allà, come ti pare — fino a piatti vegetariani e stagionali. E la cosa bella è che molte ricette sono cucinate proprio con le birre della casa, così ogni boccone ti riporta dentro l’esperienza, dentro la Fàbrica Moritz.
Moritz non è solo birra, è proprio un pezzo di storia catalana. Tutto comincia nel 1851, quando Louis Moritz lascia la sua Pfaffenhofen, cittadina alsaziana, per approdare a Barcellona. Cinque anni dopo comincia a produrre birra nel Portale di Santa Madrona e nel 1864 apre la sua fabbrica in Ronda Sant Antoni. Da lì è un’ascesa continua. Nel 1897 apre la Cervecería Moritz, nel 1920 nasce la Cervezas Moritz S.A., e nel giro di dieci anni il marchio conquista oltre un terzo del mercato birrario catalano.




Poi arriva la guerra civile a rallentare tutto, ma dopo il conflitto si riparte, e negli anni ’50 vendite e produzione vanno alle stelle. Moritz diventa la birra simbolo di Barcellona. Ma la crisi petrolifera degli anni ’70 mette in ginocchio anche loro, e nel 1978 la fabbrica chiude i battenti.
Per fortuna la storia non si è fermata lì. Nel 2004 la quinta e sesta generazione della famiglia Moritz rilanciano tutto con un obiettivo semplice ma ambizioso, riportare Moritz a essere la birra di Barcellona. Missione compiuta. Non solo ripartono con la produzione, ma rendono Moritz un punto di riferimento culturale e urbano. Organizzano eventi nei quartieri, sostengono progetti, recuperano spazi storici come il mitico Bar Velódromo e collaborano con realtà culturali come il Centro del Born. Anche la Fàbrica Moritz, rinnovata e trasformata in ristorante, birreria, shop e sala eventi, diventa il cuore di questa rinascita.
Oggi alla Fàbrica Moritz non vieni solo per bere una birra, ma per viverla. Puoi fare un laboratorio di spillatura, goderti un concerto, comprare gadget da vero amante del luppolo e magari trovare una produzione speciale che esiste solo qui. E poi c’è la birra, fresca, non pastorizzata e spillata al momento. Fidati, dopo averla assaggiata capirai perché qui si fa spesso la fila, soprattutto nei weekend. Non si aspetta solo una birra, ma un’esperienza vera.
Conclusioni
Viaggio spesso fuori dall’Italia anche solo per inseguire piccole curiosità che catturano la mia attenzione. E se segui questo blog da un po’, lo sai bene, non mi limito a cercare microbirrifici nascosti. Per me la birra è fatta di persone, di storie, di tutto quell’indotto che riesce a spostare la gente, e quando le radici restano ben piantate, c’è sempre da imparare qualcosa. Fàbrica Moritz è proprio l’esempio perfetto di come un progetto, anche con numeri importanti e un’impronta industriale, riesca ancora a far sentire la birra parte del territorio. A Barcellona non si chiede una cerveza, si chiede una Moritz. E non è un caso.
Non è una birra che cerca l’effetto wow. È una birra che sa chi è. E questo la rende speciale. Perché anche crescendo, ha mantenuto ben salde le sue origini, ricordando sempre da dove è partita. Dal popolo. E nel popolo continua a vivere.
Se capiti a Barcellona, non perderti una visita alla Fàbrica Moritz. Ti siedi, ordini una birra e magari una flammkuchen, e ascolti la città che ti parla dal fondo del bicchiere.
Conoscevi già questa realtà? Se sì, raccontami com’è andata. Se no, hai appena trovato una scusa in più per partire.
Alla nostra!
E mi raccomando: bevi sempre consapevolmente!
Francesco